venerdì 20 gennaio 2012

convegno turismo di vasto palazzo d0'avalos 19 gennaio






Comunicato stampa





Il 19 gennaio 2012 in Palazzo d’Avalos, confortati dalla presenza dei tanti quadri di Palizzi, si è tenuto il sesto appuntamento sul Turismo. Non è stato un convegno ma una ricognizione dei mali che affliggono questo settore vitale di gran parte della economia cittadina, alla luce dei mutamenti economici e sociali che in questo momento modificano comportamenti e consuetudini di quella parte di persone che in estate e anche in alcuni mesi dell’anno scelgono la nostra citta’. La sala era composta essenzialmente da operatori alberghieri e da balneatori delle concessioni (pochi in verita’). I commercianti: qualcuno; cittadini interessati: abbastanza pochi. Molti giornalisti. Il numero dei presenti non superava che 150 unita’.

Il mio intervento in rappresentanza della civica lista “la Nuova Terra”e il mio ragionamento, dopo le relazioni ascoltate dei tecnici Lucci e Molino, non poteva che iniziare nel ricordo della tragedia che si è consumata e che si consuma ancora all’Isola del Giglio dell’arcipelago toscano (Parco naturale), con il carico di morti della nave crociera Costa Concordia e di quello che potra’ accadere di disastro ambientale se il carico di carburante dovesse fuoriuscire dai serbatoi. Questo dramma, si badi bene e si rifletta, coincide proprio con la fine di un’epoca e di un ciclo economico vissuto all’insegna della opulenza e del divertimento: infatti la crisi economica che tutti coinvolge, ci costringe a ripensare il modello del turismo. Un turismo non di massa e da supermercati, ma costruito sulla conservazione e sulla tutela dei beni che la nostra comunita’ ha avuto in eredita’ dalla storia della citta’ stessa. Quindi, sulla valorizzazione dei manufatti architettonici, della storia archeologica, della storia religiosa, del centro storico di Vasto e di quel bene e risorsa del Mare come un grande bene pubblico. Prevale ancora la vecchia concezione di questo bene comune da sfruttare come un oggetto di mercato da vendere con un piano marketing. Forse chi pensa questo non ha compreso che il Mare non è esportabile o delocalizzabile come e’ stato in questi anni con le medie e grandi industrie inneggiando al  mercato globale  .

Era quanto meno opportuno ricordare l’avvenimento proprio in questo convegno dedicato al Turismo, poiche’ la passerella ha discettato solo  di elenchi di cose da fare e da richiedere. Un leit motive che si ripete stancamente. Su un tema cosi’ importante e decisivo di cui tutti si riempiono la bocca quando se ne discute erano completamente assenti i consiglieri regionali eletti dal territorio: Prospero Rialzati Abruzzo; Argiro’ PDL, Palomba IDV; Tagliente PDL, Menna UDC; oltre  quella dell’assessore regionale al turismo Di Dalmazio. Queste assenze la dicono lunga su come costoro rappresentano gli interessi di Vasto su un tema cosi’ decisivo a livello di regione Abruzzo, e come i vertici PDL teramani di Chiodi considerano questa parte d’Abruzzo costiero. E su come venga ignorata ancora  una Legge Regionale del novembre 2005 n. 22  che ha istituito i Distretti Culturali e che attraverso questa si potevano creare le condizioni per indirizzare i flussi finanziari europei verso l’Abruzzo e in specie sul territorio del Chietino, considerato che la Provincia aveva a suo tempo istituito un Distretto culturale. Ecco cio’ che manca : l’amore e l’attenzione e lo studio verso questa parte d’Abruzzo che e’ in fase di declino economico, sociale e culturale.  La Regione dei Parchi (70%) che l’Europa considera un gioiello di conservazione ambientale, il futuro assetto della costa attraverso la legge del Parco nazionale della costa teatina con le sue pregiate qualita’ e i problemi connessi non fanno parte della loro cultura e dell’interesse per il loro territorio?. La questione del risanamento delle reti fognarie e delle reti idriche dopo il ventennio di deliro costruttivo misurano la civilta’ di una comunita’ e quindi Fosso Marino non è un problema solo di questa amministrazione ma di tutta la classe politica di governo e non! La vexata questione di Punta penna, l’ambivalenza, la reticenza, la subalternita’ a concezione industriali superate, non puo’ essere sottaciuta. Un nuovo modello di economia sara’ indispensabile per quella area e non mi sembra di avere ascoltato un intervento che riflettesse su questa decisiva questione. Gli accessi pubblici al mare devono essere ripristinati e indicati come zone di grande pregio ambientale. La mia vecchia idea dare continuita’ alla passeggiata di Via Adriatica con apertura dei giardini D’Avalos e un intervento sulla bretella che collega Via Santa Lucia con la provinciale Histonium di illuminazione e marciapiede in sicurezza sono apparentemente piccole cose ma che danno il senso e la qualita’ della cosa pubblica. Un turismo culturale e ambientale sono le richieste di una nuova civilta’ del turismo vastese.



Vasto 20  gennaio 2012                    Ivo Menna




martedì 17 gennaio 2012

il teatro rossetti sede di musica e polemiche






Comunicato stampa



A proposito della lunga e ossequiosa perorazione a favore del maestro Bellafronte di Sandro Valentini, architetto vastese, in risposta alla indagine fatta da Noivastesi sulla spesa di 15.200 euro per il concerto di Capodanno al Teatro Rossetti, noi presi dal sussulto abbiamo deciso di intervenire  per precisare e rimettere alcune cose al posto giusto. E lo vogliamo ironicamente fare svolgendo questo scritto  partendo da quella  « furtiva lagrima» spuntata negli occhi del Maestro Bellafronte  quando il perfido critico di Noivastesi ha avuto la “tracotanza impudenza”  di muovergli un piccolo appunto sulla esagerata spesa per il concerto. E lo abbiamo visto il Maestro  con il volto provato dalla fatica (foto pubblicata da Vastoweb)  con la barba scarmigliata da trendy, costretto a sopportare il contenuto dell’orrenda pagina redatta dal direttore del sito vastese. Il maestro Bellafronte che non dorme, per dare forma al Suo “straordinario” cartellone musicale! e’ stato costretto dal Sindaco a dare una risposta al “critico cattivo” che ha avuto la sfacciataggine di fargli una domanda. E in seconda battuta il Sindaco si rivolge  niente meno che al Presidente del Teatro Rossetti per difendere la postazione dalle armi della critica. E cosi’ si rivolge all’usciere di turno: a Sandro Curcio Valentini, presidente degli Amici del Teatro Rossetti --(costituito da meno di  40 soci con quota di iscrizione tra 50 e 60 euro, e tra questi  coloro che hanno fatto abbonamenti per gli spettacoli la cui quota e’ di 100 euro),-- a rimettere le cose in ordine. E come Nemorino che, nell’Elisir d’amore di Donizetti, vede «una furtiva lagrima» spuntare dagli occhi di Adina, così Valentini vede spuntare dagli occhi del Maestro «una furtiva lagrima» che pensa di raccogliere in un’ampolla (un po’ come Bossi fa per le acque del Po). Poi, la preziosa stilla conservata in quella magica custodia, dà corpo alla dura reprimenda di Valentini contro l’autore dell’articolo malvagio. E che cosa aveva scritto di così terribile il redattore di Noivastesi? Può il Teatro Rossetti, in una fase di crisi, permettersi il lusso di ospitare una celebre orchestra come quella del “Regio” di Parma e spendere per una serata € 15.200? Ecco quindi la reazione stizzita del Maestro il quale  ha proposto i suoi conticini, e in un punto afferma: «[…] Il costo vivo di una annualità per il Comune diventa di 40.000 euro. Lasciamo al buon senso di ogni persona la valutazione di queste cifre che basterebbero a malapena a pagare lo stipendio di una sola persona che si occupa di aprire e chiudere un Teatro qualsiasi». Ora, se il maestro crede che 40.000 € servano a pagare lo stipendio di un usciere, allora non ci meravigliamo di cosa possa pensare di quei famosi 15.200 €. L’arch. Sandro Curcio Valentini si domanda «dove erano, durante le precedenti amministrazioni, quei concittadini tanto impegnati oggi con l’arte della denigrazione e dell’insulto». Già. L’interrogativo è pertinente. Dov’era lui, quando alcuni concittadini, di tasca propria, organizzavano la Nona di Beethoven o il Requiem di Mozart, e tanti numerosissimi concerti sinfonici senza ricorrere ai danari del Comune, ma solo al pagamento del prezzo del biglietto? E dov’era lui quando nella tempestosa riunione di un consiglio di amministrazione della scuola civica musicale il Maestro Bellafronte veniva cacciato dalla scuola medesima e il sottoscritto che ne faceva parte, concretamente si impegnava a convincere l’allora sindaco di Cupello, Di Silvio ad affidargli i cosi di musica per 10 anni? E lo stesso a San Salvo?  A tal proposito, il Maestro dice: «Ricordiamo ancora che nel Concerto di Fine Anno (che ha visto un Teatro gremito fino all’inverosimile) non ci sono stati 120 paganti ma quasi il doppio». A sproposito parla Valentini che invece dovrebbe chiedersi anche in veste professionale : Ma per quanti posti è abilitato il Rossetti? Un architetto conosce le norme di sicurezza?. Anche questo è lo spirito del teatro se veramente si vuole uscire da schemi di strumentalizzazioni e chiarezza di intendimenti.



Vastp 17 gennaio 2012                      ivo menna




la palazzina delle poste lasciata degradare sotto gli sguardi di cittadini ignavi

tre questioni importanti strettamente connesse tra loro:
1) l'urbanistica, il centro storico, il riuso di immobili lasciati perire senza possibilta' di insediamenti umani, i risvolti economici , la qualita' della vita.
2) La salute umana esposta alla presenza di manufatti di amianto cemento di cui il centro storico vanta un primato sui tetti, che viene compromessa dalla mancata applicazione di una legge che nessuno degli amministratori pubblici si sogna di fare osservare.
3) la esigenza e il dovere di informare la pubblica opinione lontani dal cinismo e dalla strumentalita'


Comunicato stampa


Non è raro imbattersi, durante le passeggiate nel centro storico della citta’, in edifici abbandonati da molti anni e il cui degrado visibile attragga la nostra attenzione. Moltissimi sono appunto gli edifici, una volta riempiti da funzioni pubbliche che piangono il loro abbandono e tra questi l’edificio costruito credo negli anni 50 – 60 delle Poste e Telecomunicazioni. Una palazzina al servizio delle Poste e che fino ad un decennio fa e’ stata sede del Consultorio ASL  per diversi anni e lo ricordiamo molto bene, anche sede degli uffici comunali del Commercio e Turismo. Una proprieta’ immaginiamo, appartenente alle Poste ma che malinconicamente è stato abbandonato e lasciato degradato e senza alcuna manutenzione e funzione alcuna. Parlo della Palazzina di Via XXIV maggio al civico 2. L’abbandono colpisce per due motivi:
a)      il degrado e la precarieta’ degli infissi in legno ci avvertono di un  pericolo che potrebbe arrecare danni ai malcapitati che potrebbero essere colpiti considerato che nei giorni di maltempo gli infissi di legno sono sottoposti a scuotimento talmente violento che potrebbero dare luogo alla loro caduta;
b)      nella palazzina sono ancora presenti diverse ciminiere in amianto cemento espressamente vietati dalla legge 257/92 (che impone lo smantellamento e la rimozione) e che ancora non è stata osservata da chi ne possiede la proprieta’. Una violazione anche della legge regionale n. 11 del 4 agosto 2009 che purtroppo viene ignorata anche dai tanti comuni che potrebbero beneficiarne ma che a tutt’oggi dimenticano di pubblicare il bando regionale.
Io ritengo che queste situazioni vadano rimosse immediatamente e quindi esorto l’amministrazione comunale a farsi parte attiva di iniziative affinche’ la proprieta’ decida la bonifica e il risanamento dell’edificio e la futura destinazione d’uso  di un immobile del centro storico.
O Addirittura il Comune potrebbe avviare trattative per acquisirne la proprieta’ e renderla fruibile per usi pubblici.

Vasto 16 gennaio 2012                                Ivo Menna




domenica 15 gennaio 2012

ISOLA FELICE

Ivo Menna: Vasto è ancora un’isola felice?


15 gennaio 2012

Dopo le dichiarazioni preoccupate del dottor Prete, procuratore del Tribunale di Vasto, i cittadini vogliono chiedere al sindaco, agli assessori, ai consiglieri comunali, ai segretari di partito, ai consiglieri regionali: Antonio Menna, Antonio Prospero, Giuseppe Tagliente, se ritengono di immaginare e pensare Vasto come una città “Isola felice”.

Se ci sono ancora condizioni di vivibilità e tranquillità e dove è ancora possibile per le forze sociali ed economiche pensare ad investimenti produttivi nei vari settori industria, commercio e turismo e terziario avanzato. In un momento di gravissima crisi economica sarebbe indispensabile che i responsabili politici eletti testimoniassero con atti concreti e pubblici l’ottimismo rispetto ai gravi fatti che da anni accadono e che preoccupano non solo i tutori della legge ma tutte le famiglie residenti. Io credo che bene farebbero tutti i citati esponenti amministratori ad esercitare uno sforzo di comprensione di questi fenomeni allarmistici per aprire un tavolo con le forze imprenditoriali, sindacali, rappresentanti scolastici, istituzioni religiose, associazioni dei vari volontariati, forze dell’ordine e con tutta la città. Crediamo sia giunto il momento che la nostra sollecitazione spinga le volonta’ e le intelligenze dei nostri amministratori prescindendo dalle appartenenze politiche a unificare delle azioni concordate rispetto a un fenomeno che va arginato e sconfitto immediatamente.

Ivo Menna                          La Nuova Terra


giovedì 12 gennaio 2012

biomasse a punta penna... e oltre






Comunicato stampa



Coloro che tra i cittadini vastesi avessero avuto la sventura /sfortuna di assistere al consiglio

comunale del 10 gennaio sulla questione delle Biomasse a Punta Penna (nuovi insediamenti non produttivi ma di produzione energetica e riconversione degli attuali insediamenti chimici), avrebbero potuto solo commentare con una frase dantesca: “mi ritrovai per una selva oscura” intendendo per oscura il grado del livello di confusione e di corruzione di una parte della societa’ in cui viviamo. Sulla storica questione che poniamo da moltissimi anni della contraddizione e della dicotomia che persiste su quella parte del territorio inizialmente industriale e che ora ha esaurito la sua funzione produttiva e di occupazione, e quella che si andava affermando come area protetta, in linea con i cambiamenti climatici, di tutela e protezione, e che in questa nuova veste poteva reclamare un ruolo di interesse turistico per il futuro economico della intera zona, il ceto politico vastese si è incartato non decidendo apparentemente nulla, ma nella babele delle “diverse lingue e orribili favelle”  e nelle distinzioni di posizioni di partiti liquidi, ormai prede di cosche speculative, ha dichiarato la sua impotenza di fronte ai padroni che per oltre 50 anni hanno privatizzato un’area sottraendola di fatto come bene comune pubblico ai cittadini vastesi, garantendosi rendite e profitti, impedendo e bloccando ogni processo che volgesse verso una economia ambientale di conservazione e di tutela come qualcosa di irriproducibile e insostituibile. Pensate solo a quante migliaia di anni la natura ha configurato Punta d’Erce! Il ceto politico attuale clientelare e per niente sensibile alle nuove questioni dell’ambiente e della salute, ha dichiarato sottomissione e sudditanza a chi favoleggia nuovi investimenti energetici e occupazioni secondo la convenienza del momento storico ed economico giocando sui ricatti occupazionali nel momento di grave crisi economica di quel vecchio loro modello industriale  fallimentare. La mitica e moderna parola di “nuova energia” sara’ usata per continuare a dominare e saccheggiare per ancora 50 anni fino a quando una nuova parola magica sostituira’ quella di nuova energia.  Il sindaco afferma con malcelata sicumera che in quell’area dovranno continuare a coesistere area industriale e area ambientale. Lui sa di dire cose non inesatte, ma che contrastano con la realta’ perche’ la storia di questi lunghi anni dichiara il contrario, ovvero che esse sono cose incompatibili. Qualcuno ha suggerito al Sindaco che la occupazione industriale a Punta Penna vanta il numero di 1100 addetti. Ci dispiace smentire il primo cittadino e chi gli ha fornito i dati. I miei riscontri sono molto distanti dalle cose dette dal Sindaco. Allo stato dell’arte in quell’area non lavorano che ottimisticamente 200 persone,  non assunti se non in forma di cooperative, con gravi rischi per la salute e con salari ridottissimi. Fate le indagini e le inchieste e vedrete!. Non si è accorto nessuno che da oltre un quindicennio le imprese hanno delocalizzato le industrie verso paesi il cui costo del lavoro e i salari sono bassissimi e i vantaggi offerti dai governi (questa è la nuova Europa dei mercati e della competitivita’) ai nostri industriali sono enormi. Questo ha decimato i posti di lavoro a Punta Penna, e sull’area, a causa di questo fenomeno sono nate le riconversioni commerciali prolificando capannoni (di questa occupazione parla il Sindaco?). L’industria manifatturiera non esiste, piu’, inutile illudersi! Come non esiste piu’ la marineria vastese, espulsa dall’avvento aggressivo di industrie piu o meno chimiche; una marineria ricca di pescherecci e di occupazione marittima, che per 40/50 anni ha rappresentato un settore economico tra i piu importanti e vitali della economia cittadina per qualita’. E cosa e’ diventata l’area di Punta Penna? Attualmente è un’area ad alto rischio ambientale e critico  (Fox Petroli, Puccioni). Avete mai sollecitato, Voi, pubbliche autorita’ istituzionali e sanitarie un piano di emergenza e di evacuazione nel caso di incidente ambientale stante i serbatoi di oli combustibili e derivati,  e serbatoi contenente acidi solforici? Non risulta a noi cittadini che sono state chieste verifiche e certificati per tutelare la citta’ e i residenti di Vasto e di quelli di Punta Penna! Vi siete mai interrogati sul fenomeno delle alghe rosse che per decenni hanno infestato tratti del mare vastese, e della anossia e scomparsa di forme di vita ittiche in questi anni? Non vi risulta che nel porto di Vasto per anni il mare ha inghiottito dei componenti chimici che le navi disperdevano scaricandoli? Area di Punta Penna e Porto annesso mi spiegate cosa è : zona residenziale, commerciale, industriale, artigianale, chimica, agricola, ambientale? A me in questi anni sembra essere diventata una sorta reclusario per le residenze, e il mare del porto una specie di discarica  in cui sono state riversati scarichi di rifiuti prodotti dalle  industrie. Le stesse industrie che le normative europee definiscono insalubri (contro la salute comune) e che sono ancora cola’ in attesa di riconversioni industriali verso nuovi impianti insalubri. Quei rifiuti erano composti con acidi di metalli pericolosi e cancerogeni come Mercurio, Cadmio, arsenico e altre similari, avvelenando e inquinando il mare, la flora e la fauna marina.

Dopo questo consiglio comunale il suo destino è segnato: una nuova speculazione finanziaria fondata sugli incentivi statali da regalare a chi investira’sulle energie alternative, che blocchera’ in modo definitivo i progetti pubblici di risanamento e il futuro di una nuova economia basata sulla tutele del paesaggio e della natura. Un ceto politico, lo abbiamo visto il 10 gennaio, incapace, inadeguato, incompetente garante di vecchi e nuovi interessi in contrasto con  la accresciuta coscienza civile dei vastesi che si è svegliata con una forte mobilitazione nella difesa di Punta Penna contro i nuovi barbari del mercato e del neo liberismo che ha prodotto guasti profondi in questi 30 anni di dominio.  Il governo cittadino è in perfetta linea di continuita’ con il berlusconismo, e con il  neo governo Monti che mettera’ le mani sull’acqua pubblica, sui trasporti, sulla energia, liberalizzandoli, in contrasto con gli interessi pubblici dei cittadini che si sono espressi con i referendum di maggio.(27 milioni )!

Un altro dato importante è emerso da questo tumulto di lingue diverse del consiglio comunale: tutta la impotenza e la crisi della così detta sinistra alternativa rappresentata da SEL (sinistra e liberta’) e da Rifondazione comunista che non vuole ammettere di essere stata sconfitta per ben due volte in questa nuova amministrazione; quando la maggioranza PD ha gli ha respinto i 4 emendamenti proposti per il Parco della Costa Teatina, infliggendo una umiliazione bruciante che non sarà mai rimarginata; e la vicenda dell’impianto Histonia Energy che vede la responsabilita’ politica dell’assessore all’Ambiente di SEL che assieme agli amici del Comitato di gestione di Punta D’Erce espressero parere favorevole alla realizzazione dell’impianto a Punta Penna.

Sara’ bene che gli oltre 5000 firmatari dell’appello al No a Histon Energy e gli altri cittadini democratici ricordino la storia di questi turbolenti mesi. Quando la politica si dimostra impotente e incapace allora per la soluzione e risoluzione ci si rivolge alla magistratura amministrativa regionale (TAR) o al Presidente della Repubblica. E sappiamo come andra’ a finire!!! La vera risposta dei cittadini la cui sovranita’ su quel territorio spetta loro come bene comune pubblico e’ la occupazione per impedire la realizzazione dell’impianto.



Vasto 12 gennaio 2012                                 IVO MENNA

sabato 17 dicembre 2011

lettera aperta

Lettera aperta :


ai cittadini vastesi, ai giornalisti, agli amministratori locali, provinciali e regionali e nazionali, alle associazioni, alle forze dell’ordine, alle istituzioni religiose, ai dirigenti scolastici.






Venerdi’16 dicembre si è svolto al Politeama Ruzzi un convegno assemblea sulle Energie Rinnovabili, i cui relatori: Ing.Sergio Castellano, ex dirigente SIV, il presidente associazione Porta Nuova Michele Celenza, il consigliere comunale Davide D’Alessandro, Ivo Menna candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative per la lista La Nuova Terra. I lavori sono stati moderati dal Professor Luigi Murolo.

La esauriente esposizione dell’ing. Castellano, in cui è stato affrontato il tema attualissimo delle Energie Rinnovabili in tutte le sue varie sfaccettature, ha reso inevitabile la discussione che ne è seguita, e che  non poteva trascurare la famigerata questione di questi giorni, della costruzione a Punta Penna degli impianti a biomasse. Dopo gli interventi del consigliere comunale D’Alessandro e di Ivo Menna in cui è stato ribadito un NO deciso a quegli insediamenti, si è aperto il dibattito. Sono intervenuti il dottor Della Porta, candidato sindaco del centro destra che ha espressola sua netta contrarieta’ all’insediamento di impianti a biomasse in quell’area, assicurando il suo concreto impegno in Consiglio Comunale affinchè l’amministrazione compia tutti i passi necessari all’impedimento di questa sciagura per la citta’. 

Altro intervento significativo è stato quello del rappresentante del comitato Ambiente- Territorio Colella che ha espresso il suo No assoluto. Sono seguiti altri interventi del pubblico, tra questi quello piu significativo è stato quello di Sante Cianci di SEL (Sinistra ecologia e liberta’) che ha dichiarato la sua contrarieta’, e che i due consiglieri comunali di SEL e l’assessora Anna Suriani, assumeranno in c.c. iniziative per scongiurare la costruzione degli impianti inquinanti nell’area di Punta Penna, dopo avere contribuito alla raccolta di circa tremila firme con IDV e Rifondazione  proposta dalla civica Porta Nuova.

Uno dei punti centrali del convegno ha puntato sulla mancanza di informazione su questioni rilevanti della citta’.  L’informazione è  la base fondamentale  della democrazia e della convivenza civile.

Abbiamo rilevato l’assenza totale degli amministratori della citta’, assessori e consiglieri comunali, e dei segretari politici; che in questi giorni hanno sventolato la bandiera contro le biomasse a Punta Penna. Pura demagogia populista? Tutti invitati, tutti assenti; ad eccezione dello studente universitario, Nicola Della Gatta, iscritto al Partito democratico e candidato consigliere in questa lista. Nicola e’ presente a tutte le iniziative che afferiscono alle tematiche cittadine e ambientali. Ma oltre alla totale latitanza delle forze politiche e amministratori, dobbiamo purtroppo denunciare, nonostante la capillare e continua comunicazione di questo evento, la assenza dei giornalisti locali, con unica eccezione dei giornalisti di Primo Piano e Vastoweb, - Michele D’Annunzio e Giuseppe Ritucci,-  il direttore di Quiquotidiano, e il direttore di NOIvastesi Nicola D’Adamo i quali puntualmente operano al servizio della citta’.

Il servizio della informazione alla citta’ è un dovere deontologico, un principio di democrazia e di partecipazione civile. Come puo’ crescere il consorzio civile se la informazione si occupa solo di cronaca ?



Vasto 17 dicembre 2011                   Menna Ivo    




convegno energie rinnovabili e impianti biomasse a punta penna dicembre 2011

Futuro di Punta Penna, non arretra il 'fronte del no' a nuovi ed impattanti insediamenti

Seconda assemblea al 'Ruzzi' e la contrarietà alla centrale a biomasse si allarga


Secondo incontro, nella cornice del Politeama Ruzzi, ieri pomeriggio per le associazioni che si battono contro il progetto di realizzazione di una centrale a biomasse nella zona industriale di Punta Penna.

Ad animare il dibattito moderato dal professor Luigi Murolo, Ivo Menna, candidato alla carica di sindaco alle passate amministrative per il movimento La Nuova Terra, l'ingegner Sergio Castellano, Michele Celenza, dell'associazione civica 'Porta Nuova' e del Comitato per la Tutela del Territorio e Davide D'Alessandro, consigliere comunale di Alleanza per Vasto. In platea anche l'altro ex sfidante per la carica di sindaco per il Pdl, Mario Della Porta, e Sante Cianci, coordinatore di Sinistra Ecologia e Libertà, i quali hanno partecipato al dibattito alla fine delle relazioni.

Ad introduzione dei successivi interventi, il professor Murolo ha sollevato alcune perplessità: “La politica funziona se c'è una unidirezionalità di intenti. C'è in città una politica che abbia idee serie? Oggi siamo contro la centrale a biomasse a Punta Penna, ma se non si risolve la contraddizione di fondo della vicinanza di due zone che fanno a cazzotti tra di loro, come lo spazio della Riserva e la zona industriale, il problema non si risolverà mai e si riproporrà a ogni nuovo insediamento”. Successivamente è intervenuto l'ingegner Sergio Castellano per fare il punto della situazione sulle energie rinnovabili e lo sviluppo delle relative tecnologie, sia a livello nazionale che europeo, sottolineandone il potenziale in termini energetici e di salvaguardia dell'ambiente. A seguire, l'intervento di Michele Celenza: “La nostra è un'associazione civica, non ambientalista. Se ci siamo schierati contro la centrale di Punta Penna non è per ragioni di tipo ecologico, ma per ragioni di tipo civile, perché questo progetto va a modificare l'assetto di un luogo senza un'adeguata opera di informazione e consultazione con i cittadini. Se si facesse un referendum su queste centrali, un'alta percentuale sarebbe sicuramente contro e questo vale per oggi come per dieci anni fa; ma la politica per tutto questo tempo è potuta andare avanti per un'altra strada proprio perché i cittadini non sono stati informati e non c'è stata alcuna opera di pianificazione condivisa”. Celenza ha anche sottolineato l'importanza di avere dati certi sulla qualità dell'aria in quella zona, in considerazione degli altri impianti che già operano nell'area.

Davide D'Alessandro ha poi dato la propria lettura sulle responsabilità politiche delle problematiche in discussione: “Non dobbiamo affrontare il problema dal punto di vista ideologico, ma dobbiamo farlo senza pensare alla tessera che abbiamo in tasca o a opportunità elettorali, anche perché se la destra è responsabile dello scempio urbanistico di questa città, l'attuale amministrazione non ha dato risposte a quello scempio. Non dico che in cinque anni avrebbe dovuto risolverlo, ma non si è vista nemmeno la partenza; si è vista, invece, incapacità e impotenza. Quindi è evidente che dobbiamo smetterla di ragionare in termini di destra, sinistra o centro; dobbiamo invece focalizzarci sui problemi e cercare di capire quale deve essere il disegno per quanto riguarda il futuro di Vasto”.

A conclusione degli interventi pre ordinati, le considerazioni di Ivo Menna: “Intorno a questa questione non solo abbiamo comitati cittadini schierati decisamente per il no alla centrale, ma abbiamo anche Legambiente, l'Arci, i grillini, gli albergatori del Golfo d'Oro, Cgil, Cisl, Uil, i Cobas, praticamente tutta la città; e il 31 ottobre dello scorso anno anche il Consiglio comunale si è espresso all'unanimità contro la centrale a biomasse. Io non accuso l'assessore Suriani, la giunta o l'amministrazione di essere favorevole a questo impianto; le responsabilità sono da ricercare all'alba del 2003, quando il decreto Marzano - che non venne nemmeno discusso dal centrosinistra contro il governo Berlusconi - decideva che queste forme di investimento erano 'iniziative strategiche' e che avrebbero bypassato tutti gli enti locali, i quali non avrebbero avuto più poteri; e infatti si è dimostrato che il Comune di Vasto non ha alcun potere, se non la possibilità di esprimere una volontà politica nettamente contraria all'impianto; ma il Pd non lo può fare, perché a livello nazionale e regionale hanno deciso che questi impianti devono essere realizzati ed ecco perché il documento di due giorni fa con il quale il Pd affronta la questione è molto ambiguo”.

In coda al dibattito sono intervenuti il consigliere Della Porta, per annunciare una mozione della minoranza contro la centrale durante il prossimo Consiglio comunale e Sante Cianci, il quale ha rivendicato il lavoro fatto in questi anni sulla Riserva che ha portato la zona dall'essere un'area di nicchia, per pochi visitatori, a una zona turistica di alto livello frequentata da un numero sempre maggiore di visitatori.