sabato 17 dicembre 2011

lettera aperta

Lettera aperta :


ai cittadini vastesi, ai giornalisti, agli amministratori locali, provinciali e regionali e nazionali, alle associazioni, alle forze dell’ordine, alle istituzioni religiose, ai dirigenti scolastici.






Venerdi’16 dicembre si è svolto al Politeama Ruzzi un convegno assemblea sulle Energie Rinnovabili, i cui relatori: Ing.Sergio Castellano, ex dirigente SIV, il presidente associazione Porta Nuova Michele Celenza, il consigliere comunale Davide D’Alessandro, Ivo Menna candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative per la lista La Nuova Terra. I lavori sono stati moderati dal Professor Luigi Murolo.

La esauriente esposizione dell’ing. Castellano, in cui è stato affrontato il tema attualissimo delle Energie Rinnovabili in tutte le sue varie sfaccettature, ha reso inevitabile la discussione che ne è seguita, e che  non poteva trascurare la famigerata questione di questi giorni, della costruzione a Punta Penna degli impianti a biomasse. Dopo gli interventi del consigliere comunale D’Alessandro e di Ivo Menna in cui è stato ribadito un NO deciso a quegli insediamenti, si è aperto il dibattito. Sono intervenuti il dottor Della Porta, candidato sindaco del centro destra che ha espressola sua netta contrarieta’ all’insediamento di impianti a biomasse in quell’area, assicurando il suo concreto impegno in Consiglio Comunale affinchè l’amministrazione compia tutti i passi necessari all’impedimento di questa sciagura per la citta’. 

Altro intervento significativo è stato quello del rappresentante del comitato Ambiente- Territorio Colella che ha espresso il suo No assoluto. Sono seguiti altri interventi del pubblico, tra questi quello piu significativo è stato quello di Sante Cianci di SEL (Sinistra ecologia e liberta’) che ha dichiarato la sua contrarieta’, e che i due consiglieri comunali di SEL e l’assessora Anna Suriani, assumeranno in c.c. iniziative per scongiurare la costruzione degli impianti inquinanti nell’area di Punta Penna, dopo avere contribuito alla raccolta di circa tremila firme con IDV e Rifondazione  proposta dalla civica Porta Nuova.

Uno dei punti centrali del convegno ha puntato sulla mancanza di informazione su questioni rilevanti della citta’.  L’informazione è  la base fondamentale  della democrazia e della convivenza civile.

Abbiamo rilevato l’assenza totale degli amministratori della citta’, assessori e consiglieri comunali, e dei segretari politici; che in questi giorni hanno sventolato la bandiera contro le biomasse a Punta Penna. Pura demagogia populista? Tutti invitati, tutti assenti; ad eccezione dello studente universitario, Nicola Della Gatta, iscritto al Partito democratico e candidato consigliere in questa lista. Nicola e’ presente a tutte le iniziative che afferiscono alle tematiche cittadine e ambientali. Ma oltre alla totale latitanza delle forze politiche e amministratori, dobbiamo purtroppo denunciare, nonostante la capillare e continua comunicazione di questo evento, la assenza dei giornalisti locali, con unica eccezione dei giornalisti di Primo Piano e Vastoweb, - Michele D’Annunzio e Giuseppe Ritucci,-  il direttore di Quiquotidiano, e il direttore di NOIvastesi Nicola D’Adamo i quali puntualmente operano al servizio della citta’.

Il servizio della informazione alla citta’ è un dovere deontologico, un principio di democrazia e di partecipazione civile. Come puo’ crescere il consorzio civile se la informazione si occupa solo di cronaca ?



Vasto 17 dicembre 2011                   Menna Ivo    




convegno energie rinnovabili e impianti biomasse a punta penna dicembre 2011

Futuro di Punta Penna, non arretra il 'fronte del no' a nuovi ed impattanti insediamenti

Seconda assemblea al 'Ruzzi' e la contrarietà alla centrale a biomasse si allarga


Secondo incontro, nella cornice del Politeama Ruzzi, ieri pomeriggio per le associazioni che si battono contro il progetto di realizzazione di una centrale a biomasse nella zona industriale di Punta Penna.

Ad animare il dibattito moderato dal professor Luigi Murolo, Ivo Menna, candidato alla carica di sindaco alle passate amministrative per il movimento La Nuova Terra, l'ingegner Sergio Castellano, Michele Celenza, dell'associazione civica 'Porta Nuova' e del Comitato per la Tutela del Territorio e Davide D'Alessandro, consigliere comunale di Alleanza per Vasto. In platea anche l'altro ex sfidante per la carica di sindaco per il Pdl, Mario Della Porta, e Sante Cianci, coordinatore di Sinistra Ecologia e Libertà, i quali hanno partecipato al dibattito alla fine delle relazioni.

Ad introduzione dei successivi interventi, il professor Murolo ha sollevato alcune perplessità: “La politica funziona se c'è una unidirezionalità di intenti. C'è in città una politica che abbia idee serie? Oggi siamo contro la centrale a biomasse a Punta Penna, ma se non si risolve la contraddizione di fondo della vicinanza di due zone che fanno a cazzotti tra di loro, come lo spazio della Riserva e la zona industriale, il problema non si risolverà mai e si riproporrà a ogni nuovo insediamento”. Successivamente è intervenuto l'ingegner Sergio Castellano per fare il punto della situazione sulle energie rinnovabili e lo sviluppo delle relative tecnologie, sia a livello nazionale che europeo, sottolineandone il potenziale in termini energetici e di salvaguardia dell'ambiente. A seguire, l'intervento di Michele Celenza: “La nostra è un'associazione civica, non ambientalista. Se ci siamo schierati contro la centrale di Punta Penna non è per ragioni di tipo ecologico, ma per ragioni di tipo civile, perché questo progetto va a modificare l'assetto di un luogo senza un'adeguata opera di informazione e consultazione con i cittadini. Se si facesse un referendum su queste centrali, un'alta percentuale sarebbe sicuramente contro e questo vale per oggi come per dieci anni fa; ma la politica per tutto questo tempo è potuta andare avanti per un'altra strada proprio perché i cittadini non sono stati informati e non c'è stata alcuna opera di pianificazione condivisa”. Celenza ha anche sottolineato l'importanza di avere dati certi sulla qualità dell'aria in quella zona, in considerazione degli altri impianti che già operano nell'area.

Davide D'Alessandro ha poi dato la propria lettura sulle responsabilità politiche delle problematiche in discussione: “Non dobbiamo affrontare il problema dal punto di vista ideologico, ma dobbiamo farlo senza pensare alla tessera che abbiamo in tasca o a opportunità elettorali, anche perché se la destra è responsabile dello scempio urbanistico di questa città, l'attuale amministrazione non ha dato risposte a quello scempio. Non dico che in cinque anni avrebbe dovuto risolverlo, ma non si è vista nemmeno la partenza; si è vista, invece, incapacità e impotenza. Quindi è evidente che dobbiamo smetterla di ragionare in termini di destra, sinistra o centro; dobbiamo invece focalizzarci sui problemi e cercare di capire quale deve essere il disegno per quanto riguarda il futuro di Vasto”.

A conclusione degli interventi pre ordinati, le considerazioni di Ivo Menna: “Intorno a questa questione non solo abbiamo comitati cittadini schierati decisamente per il no alla centrale, ma abbiamo anche Legambiente, l'Arci, i grillini, gli albergatori del Golfo d'Oro, Cgil, Cisl, Uil, i Cobas, praticamente tutta la città; e il 31 ottobre dello scorso anno anche il Consiglio comunale si è espresso all'unanimità contro la centrale a biomasse. Io non accuso l'assessore Suriani, la giunta o l'amministrazione di essere favorevole a questo impianto; le responsabilità sono da ricercare all'alba del 2003, quando il decreto Marzano - che non venne nemmeno discusso dal centrosinistra contro il governo Berlusconi - decideva che queste forme di investimento erano 'iniziative strategiche' e che avrebbero bypassato tutti gli enti locali, i quali non avrebbero avuto più poteri; e infatti si è dimostrato che il Comune di Vasto non ha alcun potere, se non la possibilità di esprimere una volontà politica nettamente contraria all'impianto; ma il Pd non lo può fare, perché a livello nazionale e regionale hanno deciso che questi impianti devono essere realizzati ed ecco perché il documento di due giorni fa con il quale il Pd affronta la questione è molto ambiguo”.

In coda al dibattito sono intervenuti il consigliere Della Porta, per annunciare una mozione della minoranza contro la centrale durante il prossimo Consiglio comunale e Sante Cianci, il quale ha rivendicato il lavoro fatto in questi anni sulla Riserva che ha portato la zona dall'essere un'area di nicchia, per pochi visitatori, a una zona turistica di alto livello frequentata da un numero sempre maggiore di visitatori.


convegno energie rinnovabili e impianti biomasse a punta penna dicembre 2011

Futuro di Punta Penna, non arretra il 'fronte del no' a nuovi ed impattanti insediamenti
Seconda assemblea al 'Ruzzi' e la contrarietà alla centrale a biomasse si allarga
Natalfrancesco Litterio
Secondo incontro, nella cornice del Politeama Ruzzi, ieri pomeriggio per le associazioni che si battono contro il progetto di realizzazione di una centrale a biomasse nella zona industriale di Punta Penna.

Ad animare il dibattito moderato dal professor Luigi Murolo, Ivo Menna, candidato alla carica di sindaco alle passate amministrative per il movimento La Nuova Terra, l'ingegner Sergio Castellano, Michele Celenza, dell'associazione civica 'Porta Nuova' e del Comitato per la Tutela del Territorio e Davide D'Alessandro, consigliere comunale di Alleanza per Vasto. In platea anche l'altro ex sfidante per la carica di sindaco per il Pdl, Mario Della Porta, e Sante Cianci, coordinatore di Sinistra Ecologia e Libertà, i quali hanno partecipato al dibattito alla fine delle relazioni.

Ad introduzione dei successivi interventi, il professor Murolo ha sollevato alcune perplessità: “La politica funziona se c'è una unidirezionalità di intenti. C'è in città una politica che abbia idee serie? Oggi siamo contro la centrale a biomasse a Punta Penna, ma se non si risolve la contraddizione di fondo della vicinanza di due zone che fanno a cazzotti tra di loro, come lo spazio della Riserva e la zona industriale, il problema non si risolverà mai e si riproporrà a ogni nuovo insediamento”. Successivamente è intervenuto l'ingegner Sergio Castellano per fare il punto della situazione sulle energie rinnovabili e lo sviluppo delle relative tecnologie, sia a livello nazionale che europeo, sottolineandone il potenziale in termini energetici e di salvaguardia dell'ambiente. A seguire, l'intervento di Michele Celenza: “La nostra è un'associazione civica, non ambientalista. Se ci siamo schierati contro la centrale di Punta Penna non è per ragioni di tipo ecologico, ma per ragioni di tipo civile, perché questo progetto va a modificare l'assetto di un luogo senza un'adeguata opera di informazione e consultazione con i cittadini. Se si facesse un referendum su queste centrali, un'alta percentuale sarebbe sicuramente contro e questo vale per oggi come per dieci anni fa; ma la politica per tutto questo tempo è potuta andare avanti per un'altra strada proprio perché i cittadini non sono stati informati e non c'è stata alcuna opera di pianificazione condivisa”. Celenza ha anche sottolineato l'importanza di avere dati certi sulla qualità dell'aria in quella zona, in considerazione degli altri impianti che già operano nell'area.

Davide D'Alessandro ha poi dato la propria lettura sulle responsabilità politiche delle problematiche in discussione: “Non dobbiamo affrontare il problema dal punto di vista ideologico, ma dobbiamo farlo senza pensare alla tessera che abbiamo in tasca o a opportunità elettorali, anche perché se la destra è responsabile dello scempio urbanistico di questa città, l'attuale amministrazione non ha dato risposte a quello scempio. Non dico che in cinque anni avrebbe dovuto risolverlo, ma non si è vista nemmeno la partenza; si è vista, invece, incapacità e impotenza. Quindi è evidente che dobbiamo smetterla di ragionare in termini di destra, sinistra o centro; dobbiamo invece focalizzarci sui problemi e cercare di capire quale deve essere il disegno per quanto riguarda il futuro di Vasto”.

A conclusione degli interventi pre ordinati, le considerazioni di Ivo Menna: “Intorno a questa questione non solo abbiamo comitati cittadini schierati decisamente per il no alla centrale, ma abbiamo anche Legambiente, l'Arci, i grillini, gli albergatori del Golfo d'Oro, Cgil, Cisl, Uil, i Cobas, praticamente tutta la città; e il 31 ottobre dello scorso anno anche il Consiglio comunale si è espresso all'unanimità contro la centrale a biomasse. Io non accuso l'assessore Suriani, la giunta o l'amministrazione di essere favorevole a questo impianto; le responsabilità sono da ricercare all'alba del 2003, quando il decreto Marzano - che non venne nemmeno discusso dal centrosinistra contro il governo Berlusconi - decideva che queste forme di investimento erano 'iniziative strategiche' e che avrebbero bypassato tutti gli enti locali, i quali non avrebbero avuto più poteri; e infatti si è dimostrato che il Comune di Vasto non ha alcun potere, se non la possibilità di esprimere una volontà politica nettamente contraria all'impianto; ma il Pd non lo può fare, perché a livello nazionale e regionale hanno deciso che questi impianti devono essere realizzati ed ecco perché il documento di due giorni fa con il quale il Pd affronta la questione è molto ambiguo”.

In coda al dibattito sono intervenuti il consigliere Della Porta, per annunciare una mozione della minoranza contro la centrale durante il prossimo Consiglio comunale e Sante Cianci, il quale ha rivendicato il lavoro fatto in questi anni sulla Riserva che ha portato la zona dall'essere un'area di nicchia, per pochi visitatori, a una zona turistica di alto livello frequentata da un numero sempre maggiore di visitatori.

domenica 11 dicembre 2011

POLITICA E AFFARI

Centrali a biomasse, inceneritori, depositi costieri di petrolio (Biofox) a Punta Penna ai confini della Riserva di Punta d’Erce e aree archeologiche



Il teatrino politico degli ambientalisti vastesi dopo la comunicazione della ditta Histonia Energy del 18 ottobre 2011



Punta Penna : area industriale, area chimica, area commerciale, area protetta?  60 anni di fallimenti delle classi dirigenti.

 

La Fibrillazione politica nella maggioranza di centro sinistra, culminata nel consiglio comunale del 27 ottobre 2011 a Vasto, sul tema delle energie alternative, e precisamente sulla famigerata autorizzazione a favore della societa’ Histon Energy, concessa dalla Regione Abruzzo per un impianto di biomasse per bruciare milioni di litri di oli a Punta Penna, dentro la fascia di rispetto dell’ Area di Riserva di Punta d’Erce e a ridosso del Parco nazionale della Costa teatina, ha chiarito definitivamente la posizione del nuovo Partito Democratico: gli impianti di biomasse saranno occasioni di crescita e di sviluppo, per  il presente e per il futuro dentro l’area industriale  e dentro la riserva di Puntad’Erce. Non solo quindi le industrie chimiche di Puccioni, di Foxpetroli ma ora anche di Histonia Energy. Si annunciano tra poco altri impianti tra cui uno da 17 megawatt e anche un cementificio o similare. La sede del consiglio comunale  ha evidenziato la natura dei contrasti tra i quattro partiti della coalizione:  SEL, Rifondazione, IDV. Tutti, almeno stando alle dichiarazioni, contrari a questo impianto inquinante. Ma nel clima surreale della seduta, le recenti  dichiarazioni sulla stampa fatte dai due assessori, Anna Suriani di SEL che accusa il Sindaco  per avere dato il suo parere favorevole alla realizzazione di questo impianto inquinante e Marco Marra di Rifondazione comunista che voleva presentare  un ricorso al TAR, si sono dileguate e sciolte come neve al sole: infatti la mozione presentata e’ stata ritirata e modificata con la promessa di un convegno. Tutte le chiacchiere degli impegni scritti nei programmi elettorali sulla difesa dell’ambiente e valorizzazione dell’area di Punta Penna incluso Punta D’Erce sono disattesi, non solo dal programma del Sindaco ma nei vari programmi della sedicente sinistra ambientalista nonche’ dal programma dell’IDV. La programmazione/pianificazione energetica sull’esteso territorio vastese che ogni giorno vede proliferare impianti di fotovoltaico e di biomasse, in zone una volta agricole, puo’ attendere le calende greche. Si annunciava un clima da notte di lunghi coltelli,  una resa dei conti interni, dopo la comunicazione della Histon Energy che con precisione certosina elenca tutti  gli enti che gli avevano espresso parere favorevole compreso il Sindaco di Vasto. Invece si scopre che addirittura il comitato di gestione di Punta d’Erce, i cui componenti sono l’assessore Anna Suriani ambientalista convinta, Vincenzo Ronzitti direttore ARTA di San Salvo ambientalista della prima ora, l’avv. Mercogliano, dirigente del settore urbanistico, esprimono parere favorevole. L’avv. Mercogliano che non possiamo elencare tra gli ambientalisti, si pone tra coloro che sostengono che non si puo’ ricoprire l’incarico di dirigente di un ufficio che dovrebbe rilasciare licenze, autorizzazioni e pareri e nello stesso tempo essere membro del comitato di gestione della riserva di punta d’erce. Insomma controllore e controllato nello stesso tempo. Anche questo aspetto poco trasparente ci dice della qualita’ di scelte politiche sbagliate. C’è una qualche relazione tra le dimissioni di Mercogliano, massimo dirigente di un settore dove il cemento e gli affari dominano e questa nuova questione di Histon Energy? O quali altri motivi hanno costretto Mercogliano a mollare un settore cosi’ delicato dove pressioni vastesi e sansalvesi giocano un ruolo decisivo per i futuri assetti di potere politico. La questione Sigma Siv attende in agguato dietro l’angolo.

 La difesa e la protezione ambientale  non potevano subire una umiliazione peggiore in consiglio comunale da parte di SEL, di Rifondazione comunista e di IDV tre componenti essenziali di centro sinistra. Ambientalisti che predicano a parole la tutela dell’ambiente ma che di fronte alla potenza delle industrie sovvenzionate dallo Stato si arrendono e restano nelle loro postazioni politiche per piccoli vantaggi personali. Alla fine di questa giostra i due consigli comunali del 2010 che avevano espresso contrarieta’ a questo impianto inquinante, e che vincolavano anche per legge  il Sindaco a rappresentare questa decisione popolare nelle varie sedi, sono stati ingannati e derisi. Soffocati da interessi potenti, in contrasto con la salute pubblica, e in un crescendo di saccheggio di ambiente e territorio. Si puo’ fare la tutela ambientale con gli affari? Si puo’ dire: abbiamo Punta d’Erce tra i posti più belli della costa adriatica, gli abbiamo fatto una legge regionale per tutelarla e nello stesso tempo farla vivere a contatto con industrie insalubri e bombe ecologiche come Ecofox, impianti di incenerimento di oli vegetali, aziende chimiche che per anni hanno fatto pagare un costo elevatissimo all’ambiente, alla salute di tutti i cittadini vastesi.? Questa idea di sviluppo chimico industrialista ci portereà alla follia di un nuovo disastro ambientale ed economico di questa citta’ come è avvenuto con l’industria del cemento e del mattone che ha edificato dappertutto. Ecco la linea politica di questa amministrazione che non pare dissimile da quelle precedenti. Politica e Affari sono un binomio inscindibile

Una domanda che  facciamo e ci facciamo da anni: ma gli organi istituzionali: Regione, Provincia, Comune non sono pagati  per proteggere, tutelare e conservare il paesaggio difendendo il territorio? Il Sindaco e gli enti istituzionali  hanno violato in questo caso  la Costituzione italiana che  impone all’articolo 9 la tutela del paesaggio e del patrimonio storico del paese. Non e’ vero forse che da migliaia di anni la Natura ha conformato la costa vastese e Punta Penna come un patrimonio da conservare e consegnare alla generazioni future? E con questa nuova operazione affaristica le Istituzioni la proteggono?

A Punta Penna ci ritroveremo, invece che un’area protetta ( SIC, area archeologica, bene pubblico e mare) una immensa discarica legale con tutte le autorizzazioni regionali. La domanda che rivolgiamo al Sindaco di Vasto è: cosa ci guadagna la citta’ di Vasto in termini di lavoro, occupazione, e salvaguardia ambientale dopo la cessione di terreni che appartengono alla collettivita? Qualcosuccia qualcuno comunque ci guadagna con le sponsorizzazioni erogate da queste industrie a squadre sportive locali. In attesa di altri impianti a biomasse e robe varie  in futuro che beneficieranno di milioni di incentivi statali, e che  sfigureranno il paesaggio di zone pregiate in cui insistono il mare già da anni compromesso, zone SIC, aree archeologiche, si negano nel frattempo autorizzazioni a piccoli impianti fotovoltaici, questi si’ rinnovabili e sostenibili dal punto di vista ambientale per occasioni di crescita economica a basso impatto paesaggistico. Ci viene il sospetto che qualcosa non funzioni in tutta questa storia e che la politica e gli uffici tecnici urbanistici siano espressioni materiali  di gruppi di interessi economici molto robusti e da un forte  potere condizionante.

Sulla questione impianto a biomasse, dopo le dichiarazioni favorevoli del Sindaco, dopo il farfugliamento giustificativo dell’assessore all’ambiente Anna Suriani, dopo il diktat del ritiro del ricorso al Tar di Rifondazione, non ci resta da ridire che meglio sarebbe per i due assessori della sinistra --alternativa? ambientalista? -- fare una autocritica seria e riconsegnare le deleghe anzichè continuare a subire ricatti della parte politica del centro sinistra legata agli affari. Un atto di dignita’ politica che sarebbe accolto dai vastesi con rispetto.  Beni comuni, paesaggio, patrimonio pubblico, storia della citta’, battaglie ambientaliste diventano luoghi frusti e tradimento di chi conduce conflitti da anni  a tutela dell’ambiente.





VASTO   28 ottobre 2011                        IVO MENNA AMBIENTALISTO STORICO


LUCA MERCALLI METEOROLOGO

Molti pensano che in un momento di profonda crisi economica, parlare di un diverso modello di sviluppo, più attento ai problemi ambientali, a una riduzione dell’uso delle risorse, a una minore produzione di rifiuti e di scorie, a un rispetto del territorio sia quasi un optional.
Qualcosa di non necessario e quindi, in questo momento così spaesante per il nostro futuro, sia rimandabile più in là e nel frattempo cercare di risolvere ancora una volta il problema della crisi economica, con la crescita, senza capire che forse è proprio la crescita che ha generato la crisi economica. E’ uno di quei momenti nei quali ci si rende conto che ciò che era stato annunciato 40 anni fa, dal famoso rapporto sui limiti della crescita compilato dai ricercatori del MIT a Boston su incarico del Club di Roma, si stanno avverando. I limiti alla crescita nel pianeta Terra esistono perché il pianeta è fatto così, è un pianetino molto piccolo con un set di risorse naturali finito, alcune di queste sono rinnovabili, altre non lo sono per niente, come il petrolio e il carbone che quando bruciano generano dei sottoprodotti negativi nei confronti dell’ambiente. Se non si prende coscienza di questa limitatezza, la crescita sarà la migliore ricetta per finire il prima possibile nel baratro.
Rispetto a 40 anni fa abbiamo ormai quasi quattro miliardi in più di persone, le cose che si potevano già fare negli anni ‘70 non sono state fatte e ci siamo oggi trovati in una situazione ancora più difficile, ma il messaggio continua a non passare, viene visto come un messaggio retrogrado che ci fa tornare al Medioevo, che non vuole lasciare i paesi in via di sviluppo alla loro parte di crescita per migliorare le condizioni di vita. Ogni volta che si apre un dibattito su questo tema si finisce subito con queste facili accuse e non si approfondisce le uniche istanze che possono, qualora ci si ragioni sopra, portarci fuori da questa crisi epocale. Si tratta di prendere coscienza che il futuro non può continuare com’è stato programmato in passato finora, ci sono limiti fisici naturali del pianeta. Fermare la crescita vuole dire non avere questo dogma assoluto, che il benessere sia fatto sempre e solo di un’aggiunta di qualcosa, senza renderci conto che ci sono dei livelli minimi di benessere delle persone che debbono essere chiaramente raggiunti e che corrispondono al soddisfacimento dei bisogni. I bisogni fondamentali di un uomo ormai li conosciamo bene, nei paesi occidentali li abbiamo soddisfatti tutti, si tratta di nutrirci in modo corretto, di avere una casa confortevole, di avere l’acqua corrente, l’acqua calda, di poterci riscaldare d’inverno e rimanere freschi d’estate, di avere uno Stato che ci garantisce un minimo di assistenza sociale, di assistenza sanitaria, dei diritti, la possibilità di avere un’istruzione pubblica, ma più in là andiamo e più ci accorgiamo che l’elenco di questi bisogni fondamentali termina con poche decine di temi. Il resto comincia sempre più a diventare un superfluo che negli ultimi 20 anni è stato costruito su un immaginario televisivo – pubblicitario che corrisponde a più mezzi, più beni, più capricci direi, perché quando vediamo la nostra pubblicità inneggiare a modelli di vita dove il successo dell’uomo si misura con quanti cavalli ha nel motore, quanto è più grande la sua automobile, quante stanze ha nella propria casa, quante case ha in più, quanti viaggi esotici riesce a fare, è un continuo stimolare la mente su oggetti e proposte di una vita al di fuori dei limiti, è proprio la pubblicità che ci dice “Trasgredisci i limiti”. Non ci sono limiti nel mondo, più compri e quindi più soldi devi avere e più potrai trasgredire questi limiti e avere una vita di successo, ma questa è una trappola mortale, non è possibile trasgredire i limiti fisici della termodinamica ambientale, delle risorse di cui disponiamo. Ogni popolazione sulla Terra ha i suoi limiti, l’uomo ha l’intelligenza, ma l’intelligenza serve per essere consapevole dei limiti, non soltanto per tentare di superarli, il superamento dei limiti è possibile in alcuni casi e per limitati brevi periodi, non è possibile all’infinito.

PROPOSTE DOPO VIA TRAVE


COMUNICATO STAMPA

Sabato 29  l’opera pubblica della strada di collegamento tra Via Trave (Istonia) e la Statale 16, dal costo di 250 mila euro, si aprira’ al traffico dopo essere  stata completata,  collaudata ne prendiamo atto ma nel contempo  indichiamo alcune proposte alla amministrazione comunale e per esso  al settore dei  lavori pubblici del neo assessore Marco Marra.

Marra conosce bene la situazione di degrado perenne in cui la zona che va sotto il nome di Parco Diomedeo - (eliporto precisamente) - ha vissuto per anni con i continui sversamenti di rifiuti di ogni genere compreso onduline di amianto e altri rifiuti di inerti, tanto che le amministrazioni succedutesi negli anni, nella piu’ completa cecita’ e nel crescente disinteresse pubblico, ha dovuto attingere alle casse del comune gravando poi sui cittadini che si sono visti aumentare la Tarsu  per  la bonifica parziale del sito con cadenza mensile. Per anni abbiamo insistito come politici ambientalisti affinche’ il Parco Diomedeo diventasse un vero Parco Urbano con una forte valenza paesaggistica a disposizione della citta’, stante anche il precedente finanziamento ottenuto negli anni 90’. Seri interventi di restauro e di rigenerazione ambientale, nuove piantumazioni, per dare inizio ad un’opera verde  dopo la prima villa comunale (nata nel 1927). Realizzare una opera pubblica che lasciasse il segno di un nuovo modo di amministrare la citta’, tentando di creare nuova occupazione verde nel momento in cui esperti botanici e geologi stentano a trovare una impiego nel settore. Un segnale di speranza di una inversione di tendenza in una societa’ vastese depressa e con scarse speranze di crescita economica e civile. Allora si metta mano finalmente ad un progetto che rinaturalizzi il Parco Diomede Urbano e lo tuteli e lo preservi dai malanni che per tanti anni ha dovuto sopportare:  tra questi il suo abbandono e le ferite derivanti de una eterna discarica abusiva inquinante. Un dovere culturale e civile cittadino che lasci da parte le divisioni politiche ma che affronti con coraggio la nostra proposta. Assieme a questa non possiamo che suggerirne delle altre a costi molto bassi che sono stati i punti centrali del programma della Nuova Terra in campagna elettorale valido anche oggi, che incontrerebbero il giudizio favorevole della maggioranza dei cittadini. Vediamo:   

  A) Via Anghella. Questa bretella che unisce via  S. Lucia con la Istonia che porta su Vasto e Vasto Marina, priva di illuminazione, di marciapiedi, pericolosissima per pedoni e passeggiatori e ciclisti, che si incrocia pericolosamente con la Istonia provinciale di giorno e di notte. Non sarebbe il caso di realizzare anche un sovrapasso per congiungerla a Via Magnacervo per la direzione via Adriatica e centro storico?
Non può rappresentare anche un'occasione di recupero paesaggistico  di una zona di grande  pregio, con le campagne che la circondano  una vista mare di rara bellezza costituendo una occasione per frequentare di piu il centro storico di Vasto da chi proviene dalla zona nord est di Santa Lucia.

B) E  Fonte Nuova?  La fontana ai piedi di via Porta Palazzo, la discesa che costeggia Palazzo D'Avalos.?  Non abbiamo forse la raccolta piu preziosa di acque dolci provenienti dalle colline di Vasto ? Non vi è forse uno spreco grande d'acqua potabile, che se raccolta in grandi contenitori cisterne potrebbe essere destinata ad usi pubblici stante la carenza e il consumo accresciuto da parte della citta’ che conta oltre 40 mila abitanti e una rete idrica che perde circa il 50% di acqua per il suo degrado ?

C)  Infine Palazzo D'Avalos e i giardini. Volete finalmente riaprire gratuitamente i giardini napoletani, in modo da creare un'unica passeggiata sulla balconata orientale riaprendo l'ingresso della sala Vittoria Colonna?  Volete sostituire la balaustra d’ingresso della sala Vittoria Colonna che da anni attende solitaria di essere ripristinata? Sono forse opere pubbliche dal costo impossibile?  L’assessore Marra ha una grande occasione per dimostrare di essere politicamente autonomo, indipendente, autorevole rispetto ad un confusissimo P.D e centro sinistra vastese, dopo la grave sconfitta subita qualche giorno fa in consiglio comunale, quando gli sono state respinte dal Partito Democratico le proposte di inserimento nel perimetro del Parco della Costa Teatina di quelle zone sensibili della citta’ sulle quali la grandissima parte degli ambientalisti aveva costruito la speranza di vedere realizzate il sogno di un parco con una amministrazione a guida di centro sinistra.

Vasto 27 ottobre 2011                         Ivo Menna


COMMERCIO A VASTO


 




                                            Il commercio vastese nel centro storico

Una riflessione sul commercio e alcune proposte del comitato di Via Adriatica per rendere meno pesante la crisi che quotidianamente si abbatte sull’intero reparto commerciale di Vasto. Un contributo distensivo che poniamo alla amministrazione comunale.



Un settore decisivo per la intera economia cittadina, su cui l’attenzione della amministrazione deve posarsi, è quello del commercio che per molte ragioni soffre di una grave crisi di vendite. E soprattutto l’intero comparto del centro storico che vive isolatamente rispetto alle zone della citta’ dove si concentra la maggior parte della popolazione. Con il centro storico senza residenze e con gli immobili pressoche’ vuoti, non sara’ possibile resistere ad una crisi che si manifesta con perdita di posti di addetti al settore. Ecco quindi che vanno ascoltati i commercianti e unirsi solidalmente per fronteggiare un futuro che si annuncia drammatico.

Il 19 novembre il comitato di Via Adriatica, un raggruppamento di commercianti e di cittadini, ha posto alla attenzione della amministrazione una serie di proposte per migliorare l’area pedonale di via Adriatica con interventi a costo zero. All’iniziativa ha fatto eco il Comitato Centro Storico Piazza Rossetti che ha espresso la idea di una sorta di unione dei due comitati per creare condizioni affinche’ l’antico isolamento venga superato con proposte attive verso l’attuale amministrazione e verso l’assessore al Commercio Dottor Mario Olivieri.

Per via Adriatica, dove il portale della chiesa di San Pietro resta il simbolo di una grande storia della citta’, si rende necessaria una manutenzione straordinaria e qualificata; avere delle luminarie di abbellimento della zona per fare risaltare il Portale della Chiesa che viene visitata durante l’anno da migliaia di turisti; l’allestimento di un Presepe; la possibilita’ di ospitare nella lunga via che si parte da piazza del Popolo snodandosi lungo via adriatica di un mercatino di prodotti e merci di una certa qualita’. Certo la manutenzione del Portale sarebbe auspicabile per dare lustro a questa area, come auspicabile sarebbe eliminare gli abusi che si verificano in piazza del popolo di auto posteggiate irregolarmente, violando il codice della strada. Auto il cui stazionamento e il conseguente passaggio veicolare provoca rovinose sconnessioni del manto stradale, e visibili macchie di olio di motore che alcune di queste rilasciano sul fondo stradale della piazza. Come auspicabile sarebbe sostituire la degradata balaustra in cemento adiacente la Sala Vittoria Colonna che da anni reclama di essere restaurata. Per Piazza Rossetti, consigliamo all’assessore Sputore che le 4 aree verdi che circondano la statua del nostro illustre concittadino Gabriele Rossetti debbano essere arredate con una illuminazione discreta e confacente allo spirito del Natale. Sarebbe la prima volta che una amministrazione interviene migliorando l’aspetto estetico di questi piccoli giardini cittadini. A questa nostra proposta aggiungiamo che almeno per il periodo delle festivita’ i cittadini vastesi e non  possano usufruire gratuitamente dei parcheggi multipiano di via Ugo Foscolo, e del piazzale Histonium,  per poter agevolare le vendite nel centro storico.



Vasto  4 DICEMBRE 2011     Ivo Menna


MARRA COMMERCIO BIOMASSE


Comunicato stampa

Penoso è stato il consiglio comunale di lunedi’ 5 dicembre. Un centro sinistra balbettante e senza idee che si allontana sempre di più dalla vita cittadina e dai problemi : dalla manutenzione delle strade, alle questioni ambientali ( biomasse e nuove riconversioni a Punta Penna), alla crisi economica che aggredisce settori delle attivita’ lavorative – industriale, commercio in generale e in particolare quello del centro storico, a cui l’amministrazione non riesce a rispondere con efficaci misure da attivare; PER NON PARLARE DELLA TOTALE ASSENZA DI PROGRAMMAZIONE TURISTICA.  Sul Mercato di Santa Chiara resta solo una intenzione nella mente di assessori e consiglieri comunali che dal 2006 attende di essere risanato e rilanciato.! Nessuna proposta seria ne’ pubblica ne’ privata. Una cecita’ e una sordita’ di chi si sente assediato nel fortino di comode posizioni acquisite con le elezioni. Da mesi in citta’ sorgono movimenti di protesta e di quartieri che hanno detto chiaramente NO alle Biomasse a Punta Penna, - ne contiamo 8 fino a questo momento- ; No hanno espresso i Sindacati ; No ha detto il consorzio albergatori; No ha detto il comitato commercianti centro storico!. Tutti i quartieri, civici e responsabili, organizzati in senso orizzontale dichiarano la latitanza della amministrazione rispetto a questioni e contraddizioni che esplodono in città. Nessuna risposta arriva da questa amministrazione. Inadeguatezza, superficialita’, ignoranza, assenza concreta dal vissuto della citta’ caratterizzano la vita di questi eletti dal popolo vastese. Prendiamo solo il caso del commercio nel centro storico. Suggerimenti e proposte a costo zero sono state avanzate dalla lista la Nuova Terra che avrebbero evitato lo scontro durissimo sulla riapertura dell’anello di piazza rossetti richiesto dai commercianti per alleggerire la crisi che morde il settore. Ma l’assessore Marra risponde che “l’anello non si riaprira’ e che il manto stradale della piazza sarà sostituito da una nuova pavimentazione il cui costo peserà per una cifra che si aggira sui 200 mila euro (non sarebbe opportuno e logico investirli nel risanamento e ristrutturazione del Mercato di Santa Chiara?); che riaprire l’anello alla circolazione – dice -   incrementera’ l’inquinamento da polveri sottili con danno alla salute.” Ora spieghi, a chi, come il sottoscritto sempre favorevole alla pedonalizzazione e contro l’uso dell’auto se una piccola area come piazza Rossetti, rispetto al traffico congestionato che attraversa la citta’ e Via Garibaldi, puo’ liberarci dalle polveri sottili se dovesse essere ripristinata al traffico. Cosa dice “l’ambientalista” Marra degli impianti di biomasse a Punta Penna? e quella nuova discarica che risultera’ dalla riconversione di una vecchia azienda chimica che da industria insalubre passera’ ad altro impianto insalubre.? E tutto anche oggi  dentro l’area di Punta Penna e in zona SIC.(sito di interesse comunitario per il quale mai e’ stata sollevata l’obiezione per una richiesta alla Regione di valutazione di incidenza ambientale). Mi sembra che arrivi in forte ritardo e in evidenti contraddizioni assieme ai colleghi di SEL rispetto alle autorizzazioni rilasciate e dai pareri favorevoli espressi dalla sua coalizione nel 2007, e nel 2011 nelle varie conferenze di servizio regionali. Pareri favorevoli espressi anche dal comitato di gestione di Punta d’ERCE. Ci spieghi i motivi per i quali il Comitato di gestione ha detto no recentemente ad un impianto fotovoltaico di meno di 1 mega perché nella fascia di protezione esterna della riserva.

Perché due pesi e due misure ?

Sono tante le domande senza risposta .

Vasto 8 dicembre 2011                                Ivo Menna